Il web è frutto della collaborazione tra due tecnologie nate nel 1990: un protocollo per la trasmissione di dati chiamato http, lo trovate all’inizio di ogni indirizzo web ed un linguaggio detto Html che consente di realizzare in modo non complesso contenuti appunto per il web. La strada a internet era aperta.
Il World Wide Web (letteralmente “rete di grandezza mondiale“), abbreviato Web, sigla WWW, è uno dei principali servizi di Internet.
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Permette di navigare e usufruire di un insieme vastissimo di contenuti amatoriali e professionali (multimediali e non) collegati tra loro attraverso legami (link), e di ulteriori servizi accessibili a tutti o ad una parte selezionata degli utenti di Internet.
Questa facile reperibilità di informazioni è resa possibile oltre che dai protocolli di rete anche dalla presenza, diffusione, facilità d’uso ed efficienza dei motori di ricerca e dei web browser in un modello di architettura di rete definito client-server.
La storia del world wide web
Una profonda rivoluzione nella rete è stata portata nel 1994 (in Italia, un anno dopo) da una nuova tecnologia, basata sul protocollo HTTP (Hyper-Text Transfer Protocol) e sul linguaggio “ipertestuale” HTML (Hyper-Text Markup Language), chiamata World Wide Web, o www, o the Web, la ragnatela.
Questa tecnologia che mette in grado tutti i pc di interagire condividendo contenuti era stata concepita nel 1990 da Tim Berners-Lee del CERN di Ginevra (il laboratorio europeo per la fisica delle particelle) come un sistema più efficiente di comunicazione per la comunità scientifica.
Ma pochi anni dopo ebbe una diffusione che nessuno, compreso il suo inventore, aveva immaginato.
Tale è stato il successo di questa innovazione che oggi sembra essere “solo quello” il volto dell’internet.
Molti nuovi utenti non conoscono la rete se non attraverso un browser. Chrome, Internet Explorer, Safari, Firefox ecc.
Programmi nati appunto per visualizzare sullo schermo del computer pagine contenenti testo e grafica scritte in linguaggio html.
Nulla di male, perché la tecnologia è solida, l’interfaccia è di facile uso, i browser si arricchiscono di nuove funzioni, e con un po’ di attenzione si scopre che è possibile accedere, anche per quella via, a tutti i sistemi e servizi connessi all’internet.
Ma… ci sono due problemi.
Il primo è che se non si guarda oltre la “facciata” si può credere che “essere in rete” voglia dire solo andare in giro a guardare “siti web”, per vedere immagini, raccogliere informazioni, prelevare testi o software.
Con tanti saluti all’interattività, che consente appunto di collaborare con terzi e creare propri contenuti, pubblicandoli online.
Il secondo problema, sempre più pressante, risente della scarsità di strumenti e formazione individuale indispensabile per filtrare contenuti, che oggi possono essere pubblicati sul web da chiunque senza alcun controllo.