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Avviso cookie sui siti web, cosa sono, cosa ne dice il garante e perché il banner di avviso serve sempre

Sulla pagina Chiarimenti in merito all’attuazione della normativa in materia di cookie, inserita all’interno del sito del Garante per la protezione dei dati personali, che vi consiglio di leggere attentamente se operate sul web a livello professionale, si trova la spiegazione definitiva in merito all’utilizzo del banner utilizzato per rendere il consenso alla ricezione di cookie da parte dell’utente (informo i non esperti informo che parlo di quell’avviso che compare nella parte alta dei siti visitati per la prima volta e che scompare non appena scrollate la pagina)

Per capirci meglio fornisco una breve definizione del termine cookie (biscottino in inglese):

I cookie HTTP sono un tipo particolare di segnaposto virtuale, una sorta di gettone identificativo, usato dai server web per poter riconoscere i browser durante le comunicazioni con il protocollo HTTP usato per la navigazione web.

Tale riconoscimento permette di memorizzare dati utili alla sessione di navigazione, ad esempio il contenuto del carrello di un negozio elettronico; coma anche di tracciare la navigazione dell’utente, ad esempio per fini statistici o pubblicitari.

I cookie, e in particolare i cookie di terza parte, sono frequentemente usati per memorizzare le ricerche di navigazione degli utenti; questi dati sensibili, possono essere una potenziale minaccia alla privacy degli utenti.

Ritornando aul sito del garante riporto la sezione riassuntiva “in particolare evidenza”  della pagina contenente le raccomansazioni sull’uso del banner di avviso:

• I siti che non utilizzano cookie non sono soggetti ad alcun obbligo

“il titolare del sito può dare l’informativa agli utenti con le modalità che ritiene più idonee, ad esempio, anche tramite l’inserimento delle relative indicazioni nella privacy policy indicata nel sito”

• Per l’utilizzo di cookie tecnici è richiesta la sola informativa (ad esempio nella privacy policy del sito). Non è necessario realizzare specifici banner.

• I cookie analitici sono assimilati a quelli tecnici solo quando realizzati e utilizzati direttamente dal sito prima parte per migliorarne la fruibilità.

• Se i cookie analitici sono messi a disposizione da terze parti i titolari non sono soggetti ad obblighi (notificazione al Garante in primis) qualora:

A) siano adottati strumenti che riducono il potere identificativo dei cookie (ad esempio tramite il mascheramento di porzioni significative dell’IP);

B) la terza parte si impegna a non incrociare le informazioni contenute nei cookies con altre di cui già dispone.

• Se sul sito ci sono link a siti terze parti (es. banner pubblicitari; collegamenti a social network) che non richiedono l’installazione di cookie di profilazione non c’è bisogno di informativa e consenso.

• Nell’informativa estesa il consenso all’uso di cookie di profilazione potrà essere richiesto per categorie (es. viaggi, sport).

Se il sito fa uso di Cookie di Profilazione (ivi inclusi il Tag di Remarketing Dinamico di Google o il Pixel di Remarketing di Facebook per la Custon Audience), il gestore del sito deve predisporre il Banner, con l’informativa breve dove ne dichiara l’uso e provvede al blocco preventivo di tali Cookie che non potranno
essere installati sul PC del visitatore sino a quando quest’ultimo non ne accetta l’uso e quindi la loro installazione sul proprio dispositivo.

• È possibile effettuare una sola notificazione per tutti i diversi siti web che vengono gestiti nell’ambito dello stesso dominio.

• Gli obblighi si applicano a tutti i siti che installano cookie sui terminali degli utenti, a prescindere dalla presenza di una sede in Italia.

Si rappresenta che soluzioni per l’acquisizione del consenso basate su “scroll”, ovvero sulla prosecuzione della navigazione all’interno della medesima pagina web, da molti prospettate e in effetti particolarmente rilevanti nel caso di dispositivi mobili, sono considerate in linea con i requisiti di legge, qualora queste siano chiaramente indicate nell’informativa e siano in grado di generare un evento, registrabile e documentabile presso il server del gestore del sito (prima parte), che possa essere qualificato come azione positiva dell’utente.

 

I social media stanno creando una società che confonde “verità e popolarità”, lo dice un ex dirigente di FB

“Gli strumenti che abbiamo creato oggi stanno iniziando a erodere il tessuto sociale”, afferma l’ex dirigente di Facebook Chamath Palihapitiya.

Prendo questo articolo lo traduco e ladatto il testo per l’italiano dal sito: TheGuardian

L’ex dirigente di Facebook Chamath Palihapitiya ha detto a CNBC che i social media stanno creando una società che confonde “popolarità” con “verità”.

“Gli strumenti che abbiamo creato oggi stanno iniziando a erodere il tessuto sociale e quindi la società in cui viviamo”, ha detto in un’intervista a “Squawk Box“, in risposta a domande su altri commenti simili che ha ormai reso virali. In un recente evento della Stanford Graduate School of Business, Palihapitiya ha affermato che i social media stanno facendo a pezzi la società.

Sulla CNBC, ha spiegato cosa intendeva. “Oggi viviamo in un mondo in cui è facile confondere verità e popolarità e puoi usare il denaro per amplificare qualsiasi cosa tu creda e convincere le persone a credere che ciò che è popolare è vero e che ciò che non è popolare potrebbe non essere vero. ”

“La realtà è che posso investire capitali ed usarli attraverso tutti i sistemi di social media che esistono per influenzare centinaia di milioni di persone”, ha detto Palihapitiya, fondatore e CEO venture capital power Social Capital, che ha $ 2,6 miliardi di asset iper i  vaccini, possiamo farlo sui diritti degli omosessuali, possiamo farlo su Roy Moore”, ha detto.

Sostenitori e detrattori di Moore – il candidato al Senato Repubblicano dall’Alabama, accusato di cattiva condotta sessuale con adolescenti – hanno usato i social media per discutere i loro punti prima delle elezioni speciali di martedì.

L’influenza dei social media sulla politica è anche al centro delle indagini sull’uso di Facebook e Twitter da parte della Russia per influenzare le elezioni presidenziali del 2016.

Palihapitiya ha affermato che i social media sfruttano “le nostre tendenze, naturali negli esseri umani, tese ad ottenere e desiderare risposte e contatti”. Ha detto che la domanda che la gente si deve porre è: “Come possiamo vivere in un mondo in cui ciò è possibile?”

“Questo desiderio di approvazione e contatti anche se virtuali, chimicamente parlando, genera il rilascio di dopamina nel cervello”, ha detto Palihapitiya. I “contatti  online ripetuti” fanno reagire le persone, ha aggiunto. “Penso che puoi arrivare a sentirti  isolato e quindi  hai bisogno più e più e più volte di contatti e approvazioni, allora diventi realmente distaccato dal mondo in cui vivi.”

Pur essendo un leader tecnologico, Palihapitiya ha detto che tiene lontani i suoi figli dai social media negando loro ” tempo sullo schermo”. Ha detto che non possono usare nessun dispositivo.

Ma Facebook ha contestato i commenti di Palihapitiya, dicendo che non lavora per la compagnia da sei anni e sostenendo che la compagnia ha subito cambiamenti da allora:

“Chamath non è stato a Facebook da più di 6 anni.

Quando Chamath era su Facebook, ci siamo concentrati sulla costruzione di nuove esperienze sui social media e sulla crescita di Facebook in tutto il mondo. Facebook era un’azienda molto diversa allora, e man mano che siamo cresciuti, ci siamo resi conto di come sono cresciute anche le nostre responsabilità, prendiamo molto seriamente il nostro ruolo e ci stiamo adoperando per migliorare.

Abbiamo svolto molto lavoro e ricerca con esperti e accademici esterni per comprendere gli effetti del nostro servizio sul benessere, e lo stiamo utilizzando per informare lo sviluppo del nostro prodotto.

Stiamo anche facendo investimenti significativi in ​​persone, tecnologie e processi e, come ha detto Mark Zuckerberg nell’ultimo rapporto sugli utili, siamo disposti a ridurre la nostra redditività per assicurarci che i giusti investimenti vengano fatti.”

Nel corso del suo mandato di quattro anni su Facebook, iniziato nel 2007, Palihapitiya ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali, tra cui quello di vice presidente della crescita degli utenti.

Nel frattempo, Andrew McCollum, un membro del team di fondatori di Facebook, ha risposto alle osservazioni di Palihapitiya sullo stato dei social media.

In un’intervista a CNBC poco dopo la dichiarazione di Facebook, McCollum ha detto che i fondatori del social network vogliono fornire “valore alla vita delle persone”.

“Come Chamath, anche io non sono stato a tempo pieno a Facebook”, ha detto McCollum, ora CEO della società di comunicazione Philo, a “Squawk Alley”. “Posso dire dal periodo passato lì in quei primissimi giorni, che ho visto un gruppo di persone che era davvero profondamente e completamente focalizzato su come potevano costruire un prodotto e un servizio per dare davvero un valore alla vita delle persone “.

“Penso che siamo fortunati che il gruppo di persone che gestisce Facebook, molte delle quali lavorano ancora lì oggi, abbia  quell’attenzione”, ha aggiunto.

Google annuncia il nuovo ad blocker

Building a better web for everyone

tratto da Blog.Google

La stragrande maggioranza dei creatori di contenuti online finanzia il proprio lavoro con la pubblicità. Ciò significa che si desiderano  pubblicare sui loro siti post o articoli avvincenti, utili e coinvolgenti, quel tipo di contenuto profesionale che in realtà gli utenti vogliono vedere e che sia in grado di interagire con le persone.

Ma in realtà è  fin troppo comune  che le chi naviga sul Web incontri annunci fastidiosi e intrusivi sul Web, come quelli che suonano inaspettatamente la musica, o ti costringono ad aspettare 10 secondi prima di poter vedere il contenuto della pagina.

Queste frustranti esperienze possono portare alcune persone a bloccare tutti gli annunci, creando un grande ostacolo ai creatori di contenuti, ai giornalisti, agli sviluppatori web e ai videomaker che dipendono dagli annunci per finanziare la loro creazione di contenuti. Crediamo che gli annunci online dovrebbero essere migliori.

Ecco perché abbiamo aderito a Coalition for Better Ads, un gruppo industriale dedicato al miglioramento degli annunci online. Gli annunci Better Ads Standard recentemente annunciati del gruppo forniscono indicazioni chiare, pubbliche e basate sui dati su come il settore può migliorare gli annunci per i consumatori, e oggi mi piacerebbe annunciare come pensiamo di supportarlo.

Nuovi strumenti per gli editori

Il nuovo rapporto Esperienza con gli annunci aiuta i publisher a capire in che modo gli standard Better Ads si applicano ai propri siti web. Fornisce screenshot e video di esperienze pubblicitarie fastidiose che abbiamo identificato per facilitare la ricerca e la risoluzione dei problemi. Per un elenco completo di annunci da utilizzare, i publisher possono visitare la nostra nuova guida alle best practice.

Quindi Chrome non mostrerà più inserzioni, incluse quelle di proprietà o fornite da Google, che non sono conformi agli standard della Coalition for Better Ads, consorzio che include la stessa Google, oltre a Facebook, News Corp e Unilever, con l’obiettivo di fornire linee guida chiare su come le aziende possano migliorare gli annunci per i consumatori.

Ad essere bloccate saranno, quindi, le pubblicità più fastidiose sia per desktop sia per mobile, come, ad esempio, i pop-up, quelle che riproducono automaticamente video con audio attivo o quelle che coprono parzialmente i contenuti.

News Feed FYI: il muro di Facebook si aggiorna

Lars Backstrom sul blog  di Facebook for Business, comunica le strategie future di Facebook in merito alla gestione dei News feed, cioè i criteri con i quali viene assegnata la priorità ai post che compaiono sulla vostra pagina di Facebook.

Lavoriamo continuamente per migliorare le News Feed e di tanto intanto aggiorniamo l’algoritmo che determina quali storie appaiono per prime. Abbiamo sentito dai nostri utenti e proprietari di pagine che dobbiamo fare un lavoro migliore per comunicare questi aggiornamenti. vA partire da oggi, proveremo a cambiarlo.

I post del blog FYI (per tua info) , a partire da questo, evidenzieranno i principali aggiornamenti di News Feed e spiegheranno le loro idee.

L’obiettivo di News Feed è consegnare il contenuto giusto alle persone giuste al momento giusto in modo da non perdere le storie che sono importanti per loro. Idealmente, desideriamo che News Feed mostri tutti i post che le persone vogliono vedere nell’ordine in cui vogliono leggerli. Non è una cosa da poco: ogni volta che qualcuno visita News Feed ci sono in media 1.5001 potenziali storie di amici, persone che seguono e Pages da vedere, e la maggior parte delle persone non ha abbastanza tempo per vederle tutte.

Queste storie includono tutto, dalle foto di matrimonio pubblicate da un migliore amico, a un conoscente che si registra in un ristorante. Con così tante storie, c’è una buona probabilità che alla gente manchi qualcosa che volevano vedere se mostrassimo un flusso continuo di informazioni non classificate.

La nostra classifica non è perfetta, ma nei nostri test, quando smettiamo di dare liste di precedenza e invece mostriamo i post in ordine cronologico, il numero di storie che le persone leggono e i mi piace e i commenti che fanno diminuiscono.

In che modo News Feed sa quale di quelle 1.500 storie da mostrare? Permettendo alle persone di decidere con chi e cosa connettersi e ascoltando il feedback.

Quando un utente apprezza qualcosa, dice a News Feed che vuole vederne di più; quando nascondono qualcosa, questo indica a News Feed di mostrare meno contenuti in futuro. Questo ci consente di dare priorità a una media di 300 storie su queste 1.500 storie da mostrare ogni giorno.

L’algoritmo del feed di notizie risponde ai tuoi segnali , come, ad esempio: quanto spesso interagisci con quell’amico, Pagina o personaggio pubblico (come un attore o un giornalista) . Quanto hai interagito con questo tipo di post in passato Se tu e altre persone su Facebook ci nascondete o segnalate un determinato post

Un modo migliore per far emergere storie più vecchie>  oggi noi stanno annunciando un aggiornamento all’algoritmo del ranking di News Feed. Ora le storie organiche che le persone non sono riuscite a scorrere abbastanza per vederle completamente possono riapparire nella parte superiore del News Feed se le storie stanno ancora ricevendo molti Mi piace e commenti. I primi dati dimostrano che ciò migliora l’esperienza di News Feed: in un recente test con un numero limitato di utenti, questo cambiamento ha comportato un aumento del 5% del numero di Mi piace, commenti e condivisioni nelle storie organiche viste dagli amici e 8 % di aumento di Mi piace, commenti e condivisioni sulle storie organiche che hanno visto da Pages

In precedenza, le persone leggevano il 57% delle storie nei loro feed di notizie, in media.

Non scorrevano abbastanza a lungo per vedere l’altro 43%. Quando le storie non lette sono state riptoposte, la frazione di storie letto è aumentata al 70%. I dati suggeriscono che questo aggiornamento fa un lavoro migliore di mostrare alle persone le storie che vogliono vedere, anche se le hanno perse la prima volta.

Per i proprietari di Pagina, ciò significa che i loro post della pagina organici più popolari hanno una maggiore possibilità di essere mostrati a più persone, anche se hanno più di qualche ora. Gli inserzionisti dovrebbero notare, tuttavia, che questa modifica non ha alcun impatto sul modo in cui i contenuti a pagamento vengono visualizzati nei feed di notizie.

L’obiettivo con gli aggiornamenti dell’algoritmo è quello di continuare a migliorare il feed delle notizie. Continueremo a tenerti aggiornato sugli aggiornamenti che facciamo in risposta al feedback delle persone. Restate sintonizzati per di più.

Papa francesco: servono etica e spiritualità a chi naviga online

Riporto un brano del “Discorso del santo Padre francesco all’università Roma tre” tenuto Venerdì, 17 febbraio 2017.
Certamente non è una notizia recente ma la riporto volentieri per l’autorevolezza della fonte e perché solo adesso ho avuto occasione di conoscere il testo.

Questo è quanto il Santo Padre consiglia a chi ha occasione di utilizzare i social network per diletto o per lavoro:
“In ogni ambiente, specialmente in quello universitario, è importante leggere e affrontare questo cambiamento di epoca con riflessione e discernimento, cioè senza pregiudizi ideologici, senza paure o fughe.

Ogni cambiamento, anche quello attuale, è un passaggio che porta con sé difficoltà, fatiche e sofferenze, ma porta anche nuovi orizzonti di bene.

I grandi cambiamenti chiedono di ripensare i nostri modelli economici, culturali e sociali, per recuperare il valore centrale della persona umana.

Riccardo, nella terza domanda, ha fatto riferimento alle “informazioni che in un mondo globalizzato sono veicolate specialmente dai social network”.

In questo ambito così complesso, mi pare sia necessario operare un sano discernimento, sulla base di criteri etici e spirituali.

Occorre, cioè, interrogarsi su ciò che è buono, facendo riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto in quella trascendente.”

Per quanto posso capire ci consiglia di usare l’etica ed una sana preparazione per affrontare il flusso di notizie, quasi sempre incontrollato, che quotidianamente ci raggiunge via web.

Cito ancora: «occorre interrogarsi su ciò che [via web e social] è buono, facendo riferimento ai valori propri di una visione dell’uomo e del mondo, una visione della persona in tutte le sue dimensioni, soprattutto quella trascendente»

Non è certamente la prima volta che il papa affronta questo tema, potete trovare altri collegamenti e citazioni da questo articolo di Avvenire

 

Afterlife digitale: il social che ti rende eterno ma solo online

tradotto ed adattato per l’italia da The Telagraph

Un nuovo social network afferma di trasformare gli utenti in “esseri eterni” usando l’intelligenza artificiale per creare controparti virtuali

Eter9 ricorda un episodio di Black Mirror, in cui Martha creava una versione virtuale di suo marito morto che usa la sua storia online.

Questo viene dichiarato nella home del social.

Itelligenza artificiale

ETER9 è un social network che si basa sull’intelligenza artificiale come elemento centrale, ed è attualmente nella fase BETA. Anche in tua assenza, gli esseri virtuali pubblicheranno, commenteranno e interagiranno con te in modo intelligente.

Controparte

La controparte è il tuo sé virtuale che rimarrà nel sistema e interagirà con il mondo proprio come faresti se tu fossi presente. La tua controparte imparerà di più con ogni azione che fai. Più interagisci nel nuovo social network, più la tua controparte apprenderà!

Cyber eternità

Eternizing è un modo per mantenere i tuoi pensieri e post per sempre. Sei curioso? Vieni a conoscere la tua controparte e diventa eterno. Sfida l’impossibile

L’immortalità digitale è stata a lungo oggetto di fantascienza, dal film di Hollywood Transcendence al film dark 4 satirico di Channel Broker Black Mirror, ma un nuovo social network afferma di offrire proprio questo ai suoi utenti. Il servizio, chiamato Eter9, afferma di apprendere la tua personalità, utilizzando l’intelligenza artificiale (AI) e continua a pubblicare aggiornamenti per tuo conto dopo la tua morte, trasformando gli utenti in “esseri eterni”.

Eter9 presenta un newsfeed simile a Facebook e una “corteccia” che funziona molto come un muro di Facebook. Puoi anche “somile” alle cose, che è simile a “like” su Facebook e adottare esseri virtuali conosciuti come Niner per agire da “assistenti”. Analizzando ciò che condividi e come commenta e interagisci con altri utenti, Eter9 usa l’intelligenza artificiale per creare una “controparte” virtuale che può imitare il tuo comportamento dopo la tua morte.

Più interagisci sul social network, più la tua controparte imparerà, secondo Henrique Jorge, creatore di Eter9, rendendo sempre più convincenti le interazioni con utenti e altre controparti virtuali. “Eter9 rende possibile l’eternalizzazione dell’utente e conferisce loro la capacità permanente di interagire all’interno della rete 24 ore su 24, 7 giorni su 7 attraverso un elemento chiamato controparte, che sarà attivo anche mentre l’utente è offline, sia in termini di pubblicazione di contenuti che di commenti” come la società afferma sul suo sito web.

“La controparte sarà anche responsabile della vita eterna dell’utente, la controparte assorbirà tutte le informazioni in base ai post e ai commenti e elaborerà tali informazioni entro i limiti delle conoscenze acquisite.”

Jorge ha detto che il nome Eter9 è la combinazione di “Eter” – le prime quattro lettere della parola “Eternity” – e “9” – dall’espressione “Cloud 9”, che si riferisce a uno stato di completa felicità. Il social network è solo nella fase Beta, ma 5.000 persone hanno già aderito per usarlo – anche se alcuni hanno descritto il concetto come “inquietante” o “spettrale”.

“Stiamo cercando di creare un sistema di intelligenza artificiale che impari più velocemente da altre reti come Facebook, dato che le informazioni Eter9 al momento sono piuttosto piccole”, ha detto Jorge a BBC Newsbeat.

Questo non è il primo sito internet a promettere la vita eterna nel mondo online. Ad esempio, un’azienda americana chiamata Lifenaut offre la possibilità di fare “un ricco sostegno” della tua vita creando un avatar digitale basato su foto, registrazioni vocali e altre informazioni.

Nel frattempo, Facebook ha recentemente lanciato la sua funzione “contatti legacy” nel Regno Unito, consentendo agli utenti di nominare un “esecutore online” del proprio profilo per decidere cosa succede dopo la morte. Il contatto legacy sarà in grado di amministrare la pagina dopo che l’utente è passato a miglior vita: scrivendo un ultimo post, aggiornando la sua copertina e la foto del profilo e persino approvando nuove richieste di amicizia.

La classifica Google trends 2017

Google trends dà la classifica dei termini che hanno avuto trends di crescita più rilevanti per ogni paese, nel 2017.

Vi invitamo a visitare la pagina dove troverete tanti altri risultati divisi per aree, corredati da grafcic che ne illustrano i rispettivi tren di crescita.

Google Trends registra quanto si modifica nel corso del tempo il volume di ricerca per ogni singolo termine cercato nel mondo, attenzione NON registra quindi il volume complessivo delle ricerche complessive.

Questo non sanno  alcuni “esperti di settore” che fanno divulgazione specialistica sulle testate di informazione online e non, quindi…

quest’anno alcune importanti  testate  hanno sbagliato in maniera eclatante a riferire i dati

oppure, per meglio dire, non hanno proprio compreso la funzione dello strumento, generando così l’ennesima fake new a proposito di Nadia Toffa, che grazie a loro è diventata una star del web…

Scopri gli argomenti più cercati nel 2017 – Italia

Parole Come fare… Mete
Nadia Toffa
Rigopiano
Italia – Svezia
Sanremo
Terremoto
Giro d’Italia
Occidentali’s Karma
Tour de France
Corea del Nord
Champions
Le olive in salamoia
Il back up
La marmellata di albicocche
La carbonara
Lo screenshot
Il pesto
La crema pasticcera
Le bolle di sapone
Il passaporto
Il cubo di Rubik
Sicilia
Grecia
Sardegna
Caraibi
Palinuro
Croazia
Gaeta
Cilento
Tenerife
Malta

 

Personaggi Perchè Eventi
Nadia Toffa
Gianluigi Donnarumma
Nicky Hayden
Paolo Villaggio
Fabrizio Frizzi
Chester Bennington
Ermal Meta
Chiara Ferragni
Chris Cornell
Fiorella Mannoia
La Catalogna vuole l’indipendenza
Fischiano le orecchie
Le cicale cantano
Si festeggia l’8 marzo
Si festeggia ferragosto
Il sale scioglie il ghiaccio
La Corea del Nord vuole attaccare gli Stati Uniti
Fedez piange
Si chiama Blockhaus
C’è la guerra in Siria
Italia – Svezia
Sanremo
Terremoto
Giro d’Italia
Tour de France
Corea del Nord
Champions League
Catalogna
Uragano Irma
Manchester

Google e Facebook si fanno i fatti nostri – ancora –

articolo ripreso dal Foglio

I grandi fratelli dell’era digitale, Facebook e Google,non ci forniscono certamente i loro servizi per altruismo, in realtà raccolgono e commerciano i nostri dati, fornedoli a chi vuole influenzare le nostre decisioni in termini di acquisto o perggio.

Ogni giorno effettuiamo gratuitamente decine di ricerche su Google, probabilmente molte più volte accediamo gratuitamente su Facebook per vedere cosa scrivono amici e cosa scrivono le “Pagine” a cui abbiamo messo Mi Piace nel tempo. Una serie incredibile di contenuti ci vengono forniti gratuitamente in ogni istante della nostra vita digitale. Sembra che il gratuito sia la dominante di questo grande bazaar dell’informazione digitale, ma qualcuno disse tempo fa: “Se il servizio è gratuito, il prodotto sei tu” e forse tutti i torti non doveva averne.

Leggi anche: Chi fa businesss rivendendo i nostri dati personali?

Qualche settimana fa fece scalpore un video, visto da oltre un milione di persone, di un blogger americano che testimoniava come citando delle parole specifiche in presenza del proprio smartphone, poco dopo apparissero annunci pubblicitari inerenti i temi del discorso poco prima fatto. (in realtà il video è del Luglio del 2016 ma solo a inizio Novembre 2017 è diventato famoso in Italia).

Onestamente nessuno dotato di buon senso può pensare che allo stato attuale delle cose, Facebook riesca a catturare quello che diciamo in prossimità del nostro smartphone. Ben diverso è quando conversazioni e messaggi avvengono tramite l’ecosistema di Facebook, come Whatsapp e Messenger. In fondo cosa può impedire a Zuckemberg di intercettare singole parole (che potremmo chiamare topic o key) di un discorso e riuscire a dare questo dato ai propri insersionisti? Nulla.

Ad oggi il guadagno di Facebook è legato prettamente alla profilazione di tutti i suoi iscritti: età, sesso, orientamente religioso e politico, interessi, passioni, città, relazioni e qualsiasi altro tipo di comportamento o azioni svolta sul social. Tutta questa parte di noi stessi che riversiamo sul social, permette a Facebook di profilare ulteriormente ogni utente. Tutti questi dati sono il vero oro di Zuck che può rivendere ai propri inserzionisti.

Nn dovrebbe farlo? Facebook è un’azienda che genera tanti soldi, nel 2017 capitalizza 520 miliardi di dollari e negli ultimi tre anni i suoi ricavi sono balzati da quasi 8 a quasi 28 miliardi. Business in business.

Ma anche Google non è assolutamente da meno, basti pensare che chiunque disponga di uno smartphone con Android e utilzzi un profilo Google (ad esempio la posta Gmail configurata sul proprio smartphone), può letteralmente veder scorrere la propria vita sullo schermo. Nulla di nuovo sotto al sole, pensandoci bene la fortuna di Google è stata proprio quella di poter dare agli inserzionisti la possibilità di mostrare i propri annunci pubblicitari in base a quello che cercavano gli utenti, arrivando anche a situazioni che possono aver sicuramente generato imbarazzo, come quella volta in cui Vittorio Zucconi su Twitter:

Questi sono alcuni esempi noti e meno noti:

La cronologia dei nostri spostamenti? https://www.google.com/maps/timeline
Come abbiamo usato il nostro Smartphone? https://myactivity.google.com/myactivity
Quali sono i nostri interessi pubblicitari? https://adssettings.google.com/authenticated
Alla luce del fatto che tutte le nostre informazioni e i nostri dati, che inevitabilmente fanno parte della nostra vita privata, diventino un prodotto; siamo ancora sicuri che Google e Facebook siano gratuiti?

Sean Parker: Facebook può rovinare la mente dei nostri figli

L’ex boss di Napster e membro fondatore di Face Book si pente e ritratta una vita di affermazioni a favore dei social network. Aggiunge anche, come riporta su Axios Mike Allen, che l’ha intervistato a Filadelfia:«I social sfruttano le debolezze psicologiche delle persone»,e aggiunge sempre nel corso dell’intervista raccolta: «Solo dio sa cosa fanno queste piattaforme al cervello dei nostri bambini»

«Quando un network cresce fino a un miliardo o due miliardi di persone, cambia letteralmente la tua relazione con la società, con gli altri. Probabilmente interferisce in modo misterioso con la produttività in strani modi. Solo dio sa cosa stia facendo ai cervelli dei nostri bambini».

No, non parla un troglodita digitale nemico del fenomeno digtale queste sono parole di Sean Parker.

L’uomo che ha messo insieme l’idea di Mark Zuckerberg e i soldi di Peter Thiel. Uno che, come ricorda in Move fast and break things Jonathan Taplin (che lo accusa di aver distrutto tramite Napster: il primo sito ad offrire musica gratis in streaming, l’industria musicale nella quale lo stesso Taplin lavorava) pensa che sia «la tecnologia e non l’economia o il governo la vera forza trainante dietro i grandi cambiamenti sociali».

I social sfruttano le vulnerabilità psicologiche afferma in una intervista rilasciata dallo stessoa a Filadelfia.

Il «nuovo» Parker, che gestisce il Parker Institute for Cancer Immunotherapy, si considera «una specie di obiettore di coscienza» in fatto di social media.

Lui c’era agli inizi, e quindi può affermare con sicurezza che a Facebook, prima di tutti, sono partiti da una domanda: «Come faccio a consumare la maggior parte possibile del vostro tempo e della vostra attenzione cosciente?

E hanno perciò «sfruttato una vulnerabilità nella psicologia umana»: il bisogno di riconoscimento sociale («proprio la cosa che si sarebbe inventato un hacker come me»), e che lui stesso, Mark Zuckerberg e Kevin Systrom di Instagram «ne eravamo del tutto coscienti, ma l’abbiamo fatto comunque».

Come? «Dandovi ogni tanto un po’ di dopamina, quando qualcuno mette “mi piace” o commenta una foto, un post o qualcos’altro». Quanto sia sincera l’autocritica di Parker (che è ancora nel board di Spotify) è da vedere.

Ma sembra conscio di segnare un cambio di rotta, tanto che, tra il serio e il faceto, dice a Allen: «Credo che Mark Zuckerberg adesso bloccherà il mio account».

Internet Facile – 8 Regole di sopravvivenza per usare i social media da professionisti

Gestire i social è un impegno che prendiamo con noi stessi, prima che con i nostri clienti o con il datore di lavoro. Ecco 8 dritte che possono aiutarci a lavorare bene (e a non fermarci)

Articolo tratto da: Ninjamarketing

Lo ribadiamo spesso: l’importante non è essere presenti sui social media, ma come! Specialmente in questo ultimo periodo che vede il vertiginoso aumento delle presenze sulle pagine dei social sn Italia 

Sei un imprenditore, un libero professionista o una piccola azienda che presidia i vari canali social? Gestire la propria presenza online non è facile: il tempo è sempre poco, i risultati spesso non arrivano e scoraggiarsi è inevitabile.

In questo articolo ti daremo preziosi consigli da seguire per impostare, sia dal punto di vista strategico che operativo, semplici passi per arrivare a lavorare bene sui social media e svoltare nella direzione del successo. Tranquillo: quando avrai finito di leggere, tutto ti sembrerà più facile!

8 consigli per imprenditori

Prendi seriamente l’impegno preso

Costruire una presenza su piattaforme social, significa iniziare un percorso lungo e a volte difficoltoso. Saranno necessari parecchi mesi prima di iniziare a capire cosa funziona, quali sono i contenuti migliori per la tua audience e quelli che ti fanno raggiungere maggiori risultati.
Per questo motivo, una volta che decidi di esserci, devi mantenere questo impegno seriamente, per tutto ciò che esso significa. Sii costante e non demordere, il “tutto e subito” purtroppo non si confà a chi vuole lavorare bene su queste piattaforme!

Non aver paura di mostrare la tua personalità

Trasparenza, autenticità, coerenza, sono tutte qualità che premiano. È importante riuscire a mostrare la propria personalità in tutte quelle sfaccettature che la rendono unica. Creare una buona presenza sui social media infatti non è solo saper spiegare i propri prodotti o servizi, ma significa far trasparire la propria anima e i propri valori. Solo così l’utente ci percepirà come veri!

Ascolta i tuoi clienti

Al centro non ci sei tu, ma il pubblico che vuoi raggiungere. L’arte dell’ascolto è molto importante per capire quali sono le informazioni utili a chi ci segue, i contenuti che predilige e di cosa ha bisogno. Da questo punto di vista i social media ci forniscono moltissime opportunità per studiare la nostra audience, purtroppo spesso vengono sottovalutate.

Tieni in considerazione le domande che ti arrivano nei messaggi di posta, i commenti che vengono lasciati sotto i post. Intrufolati in gruppi inerenti al tuo settore e cerca di capire cosa vuole il tuo target di riferimento: ne ricaverai idee di successo! I tuoi possibili clienti infatti sono la miglior risorsa di ispirazione per la creazione di nuovi contenuti.

Seleziona i canali dove essere presente

Spesso la tendenza è quella di aprire qualsiasi account per presidiare tutte le piattaforme social: sbagliato!
Ogni social network ha delle peculiarità che possono essere adeguate per il tuo business oppure no. Rifletti sulle risorse a disposizione e seleziona i canali che fanno al caso tuo: l’approccio qualitativo vince su quello quantitativo!

Ricorda che il successo segue la passione

La possibilità di realizzare contenuti di qualità che abbiano successo sui social media, è influenzata dalla passione che ci mettiamo nell’idearli e crearli. Questa componente è fondamentale per lavorare bene e dedicarsi ai propri progetti!

Come abbiamo detto prima, se decidiamo di essere presenti su queste piattaforme, prendiamo un impegno a lungo termine. Immagina di dover portare avanti questo lavoro per mesi e non trovate stimoli nel farlo: finirete per non prenderlo seriamente e lasciarlo in secondo piano.

Sperimenta il video marketing

Come rivela un’indagine portata a termine da BuzzSumo, secondo cui i contenuti in organico sono in crollo su Facebook, un social che viene attualmente usato più di Google per le ricerche in rete, i video invece la fanno da padrone. È importante inserire nella propria strategia questo strumento di comunicazione immediato. Provaci!

 

Ottimizza i tuoi contenuti

Una delle capacità di chi sa gestire bene la propria presenza sui social media è quella di saper declinare un contenuto in più momenti e in vari formati.

Ad esempio se abbiamo un articolo sul blog da lanciare, possiamo partire con un teaser, creando aspettativa. Lo stesso contenuto, possiamo declinarlo in diversi formati e dopo che l’abbiamo pubblicato, possiamo riprenderlo a distanza di qualche tempo. Il consiglio è quello di cercare di ottimizzare ogni materiale a disposizione per ricavarne diversi post interessanti.

Investi qualche soldo sui social media

Facebook è un paid media a tutti gli effetti, per questo motivo, una volta individuati gli argomenti che funzionano meglio a livello organico, cerca di inserire nella tua strategia delle inserzioni a pagamento.

Se hai una piccola attività o sei un libero professionista e non puoi permetterti un esperto in materia, il nostro consiglio è: lavora bene con i contenuti che hanno dato risultati naturalmente, profila la tua audience e spara le tue cartucce in modo mirato!

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